Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Centro per la prevenzione e la clinica dei disordini del comportamento alimentare in età pediatrica
«Online o in presenza?» – In linea con l’ascolto: clinica e prevenzione dei disordini alimentari in infanzia e uso della tecnologia. Aggiornamento osservatorio Nazionale 2022
L’impatto della pandemia da Covid-19 è stato significativo, soprattutto in considerazione delle dinamiche innescate o potenziate dall’arrivo del virus e dalla sua permanenza. Come testimoniano infatti numerose ricerche, ciò che è accaduto si riflette sicuramente ancora oggi, mostrando un malessere generalizzato e trasversale al genere e all’età, convocando ogni professionista ad accogliere le tante domande di ascolto e di cura. Facendo riferimento al periodo dello sviluppo, basti pensare che nel nostro Paese – per altro ultimo in Europa per livello di benessere psicologico, stando all’ultima indagine condotta da Ipsos, e con esigui investimenti in tal senso, in base ai dati del Ministero della Salute – è stato del resto registrato nel 2021 un incremento dell’84% degli accessi di ragazzi e ragazze al Pronto Soccorso per patologie di carattere neuropsichiatrico. Gli effetti del Covid-19, del lockdown e anche della riapertura, con il ritorno alla vita “normale”, stanno quindi evidenziando l’acuirsi di un diffuso disagio psicologico, che i più giovani – provati dalla pandemia, come segnala l’Istituto Superiore di Sanità – manifestano soprattutto attraverso quadri di ansia, difficoltà scolastiche e comportamentali, disordini alimentari. Le criticità che ascoltiamo dai soggetti pervadono poi anche le domande di aiuto di padri e madri, alle prese, oggi, con richieste regressive e/o di una legittimazione a superare confini e norme.
L’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori porta avanti, con convinzione, una specifica modalità di lavoro che si declina attraverso l’ascolto e l’accoglienza a partire dal servizio di Numero Verde, attivo sin dal 2006, che permette proprio di incontrare le domande di genitori e famiglie in difficoltà. Lo stesso Numero Verde, come strumento, si inserisce in una cornice più ampia, quella dell’Osservatorio Pollicino, che dalla fondazione raccoglie sistematicamente le richieste pervenute all’Associazione. La raccolta dei dati favorisce il dialogo e rende possibile la collaborazione con diverse strutture del territorio, in più l’esperienza clinica maturata dall’équipe è sempre sollecitata dal confronto attivo con le nuove chiamate al Numero Verde. Impossibile non sottolineare la preziosità di questo strumento durante il momento pandemico, un tempo incerto e sospeso che ha stimolato sfide e interrogativi inediti per tutti i servizi. Nello specifico, durante gli ultimi anni (2020-2022), l’aumento delle domande ricevute dalla nostra Onlus è un trend che, in linea con le stime nazionali, possiamo evidenziare in costante crescita: i dati indicano in termini percentuali che le telefonate sono complessivamente quadruplicate e, in particolare, che la maggior parte delle richieste riguarda la prima infanzia (53%, rispetto al 10% precedente, per la fascia 0-6 anni), con una percentuale maggiore nei maschi (50%) rispetto alle femmine (42%), e preadolescenza e adolescenza (40%, rispetto al 15% precedente, per la fascia 7-16 anni).
L’incremento di disagi e disturbi e i mutamenti apportati dalla pandemia hanno imposto a tutto il Terzo Settore di dimostrare capacità di adattamento e flessibilità. Anche l’Associazione Pollicino ha quindi dovuto e voluto intraprendere una riorganizzazione, nella quale l’équipe di professionisti, parte attiva di questo processo di cambiamento, ha declinato in modalità inedite le anime di sensibilizzazione, prevenzione e clinica al cuore dell’Associazione, garantendo così una continuità del lavoro: l’online è divenuto parte integrante delle nostre iniziative e dei nostri progetti, uno strumento implementato nell’erogazione dei corsi di formazione e nella promozione degli incontri con famiglie, professionisti e istituzioni. La nostra scelta è stata dunque finalizzata a ri-arredare il luogo virtuale e a servirci delle nuove tecnologie per tenere vivi e continuativi l’accoglienza e l’ascolto dei soggetti. Nelle fasi di emergenza, in particolare, ciò ha consentito a giovani e adulti di sentire accolti i vissuti e le soluzioni individuali atte a far fronte a tale reale inedito, permettendo così che qualcosa del discorso soggettivo potesse emergere e di proseguire il percorso di cura.
L’estensione in questi anni della rete – reale e virtuale – di Pollicino ha inoltre portato a una maggiore specularità tra il Numero Verde dell’Associazione e il suo lavoro clinico. Se il primo infatti è sempre stato un servizio nazionale e gratuito, l’introduzione del digitale ha permesso anche al secondo di dispiegarsi oltre i confini regionali, riducendo o minimizzando per molti pazienti, in questo senso, i costi legati agli spostamenti e potenziando, invece, la flessibilità rispetto a giorni e orari degli appuntamenti, ma non solo. Anche l’organizzazione delle collaborazioni, delle riunioni interne d’équipe e dei confronti esterni tra professionisti ha infatti beneficiato dell’apporto dell’online, risorsa più che ostacolo nella vita associativa della nostra Onlus.
Al tempo stesso, tuttavia, la ripresa graduale dei rapporti e del lavoro in presenza, una volta cessata l’emergenza sanitaria, ha dato l’opportunità di riflettere su luci e ombre del digitale, evidenziando insieme l’importanza di due elementi in particolare: l’esserci e il corpo. Essere lì, con il proprio desiderio, offrendo quello che l’Associazione Pollicino definisce un ascolto gentile, capace cioè di accogliere, senza giudicare, e di cogliere insieme al soggetto ciò che si cela nelle pieghe del discorso, non è prerogativa esclusiva del colloquio vis-à-vis. Eppure, dal vivo, qualcosa parla anche senza usare la voce, il corpo – come del resto testimonia la clinica dei disordini alimentari – comunica una domanda, un disagio o una rinascita, e «chi tace con le labbra chiacchiera con la punta delle dita» (S. Freud, 1901). In età evolutiva, inoltre, la presenza rappresenta un aspetto rilevante del lavoro tanto di prevenzione quanto di cura: i laboratori creativi realizzati in questi anni con bambini e ragazzi, ad esempio, mettono per noi in luce il valore della sperimentazione, della congiuntura tra la produzione originale del singolo e l’opera corale del gruppo, del luogo fisico come spazio affermativo e trasformativo; i colloqui con giovani pazienti, d’altro canto, raccontano del ruolo affidato a giochi e disegni, portavoce delle espressioni e delle costruzioni soggettive, dell’importanza di giocare insieme (D.W. Winnicott, 1971) e di come il setting, nello specifico la stanza stessa, diventi parte centrale della terapia, un luogo in cui incontrare delle costanti a fronte di una società spesso imprevedibile, o nel quale sorprendere introducendo delle novità, trovando riparo dalle intemperie e, nel tempo, gli strumenti adatti per affrontarle.
Abbiamo così osservato come predisposizione e disposizione dei soggetti in età infantile arrivino quasi ad assottigliare il limite tra presenza e distanza: l’online può diventare molto fisico, così come la loro presenza, la corporeità. Il corpo è messo in gioco, nascosto, esposto, parlato; i giochi sono trasformati, mostrati, scambiati virtualmente. Ciò che si im-pone è come si pro-pone l’online, sapendo che è un tramite, uno strumento, appunto “mezzo” (perché è attraverso gli altri elementi che l’incontro avviene), per arrivare al soggetto e dargli dunque parola.
È indubbio che tecnologia e virtuale siano sempre più parte della quotidianità, rappresentando uno sfondo sul quale via via si creano e si dipanano interazioni e rapporti. Tra idealizzazione e demonizzazione dell’online, la prospettiva assunta dall’Associazione Pollicino è piuttosto quella della critica, che si compone di uno sguardo e di un ascolto attenti e in evoluzione verso le questioni emergenti e che, a partire dall’etimologia della parola, possa aiutare a decidere, in dialogo con ciascun paziente, quando avvalersi o meno di dispositivi di cura innovativi. Il loro affiancamento a quelli tradizionali ci spinge oggi, a seguito di una prima esperienza, a interrogarci su alcuni aspetti, legati per altro alle caratteristiche della contemporaneità.
Come nota infatti la Dottoressa Pamela Pace, Presidente dell’Associazione, «viviamo in un’epoca “sotto pressione”, caratterizzata da una iper-stimolazione: rumori, immagini, connessioni, fretta, consumo… siamo un po’ tutti “consumati” dal consumare, dalla frenesia, dal fare» (P. Pace, 2020). Accessibilità e reperibilità sono in qualche modo due dogmi della società odierna, dimensioni che certamente assottigliano la distanza tra il tempo della richiesta d’aiuto e quello della prestazione professionale, ampliando viceversa la gamma delle disponibilità, ma che non sempre si intrecciano in maniera armonica con le tempistiche e le peculiarità del lavoro clinico. La psicoterapia a orientamento psicoanalitico vive infatti anche di attese, silenzi, battiti che possono presentarsi al primo incontro così come, invece, dopo numerose sedute. Ha inoltre un costo, non soltanto economico, legato alla fatica e alla pazienza necessarie per soffermarsi sulle proprie questioni, ricercando nuovi significati e alleggerendo la stratificazione di quelli preesistenti, per raccontarsi e per dirsi, con parole a mano a mano più precise. Il “tutto e subito”, invito veicolato dal discorso culturale e mediatico, effettivamente alla portata di un click, trova quindi difficile collocazione nel contesto del colloquio, in uno spazio in cui quel tempo per comprendere dell’insegnamento di Jacques Lacan è inevitabilmente soggettivo, dunque diverso per ciascuno anche nella sua durata.
L’istantaneità promessa e promossa dagli avanzati sistemi di comunicazione consente poi un contatto continuo, riempiendo lo iato tra un incontro e l’altro e trasmettendo, sotto traccia, la sensazione che in qualche modo si debba essere sempre pronti, reperibili e sull’attenti.
Psicologi e psicoterapeuti non sono tuttavia meri spettatori di questi cambiamenti epocali, ma sono convocati a valutarne gli effetti, a reinventare (J.-A. Miller, 2002) e ad adeguare in maniera opportuna il digitale alle dinamiche della cura. In linea con questa convinzione, ci sembra quindi importante sottolineare il valore, da un lato, della responsabilità di ciascun professionista – garante della sua formazione e informazione in merito alle novità che si presentano, nonché dei propri confini – e, dall’altro, a partire dalla nostra esperienza associativa, del contesto istituzionale all’interno del quale opera – chiamato a funzionare in maniera etica e a coltivare una forma d’amore per il proprio limite (F. Stoppa, 2007).
Una sfida, dunque, quella ri-organizzazione in fretta, senza un momento per pensare, mossa dall’urgenza che ha portato l’équipe dell’Associazione a fare i conti con la fiducia di chi, davanti a uno schermo, ci chiedeva di restare, di prenderci del tempo per riuscire a stare in una posizione di ascolto e di osservazione anche online. La distanza ha imposto, posto in prima linea, un fare – accendere un computer – per poi ritrovarci a pensare, a costruire nuovi dispositivi simbolici ordinati con cui poter avviare delle nuove letture sulle conseguenze di un lavoro non certo tradizionale ma capace di offrire una possibilità di rinascita ad un virtuale che rischiava forse di divenire anonimo, senza volti e storie da ospitare.
Oggi l’Associazione Pollicino offre dunque ascolto anche attraverso le nuove tecnologie, e psicologi e psicoterapeuti sono impegnati a rendere flessibile il setting, accogliendo la decisione di ciascun paziente di sospendere o proseguire gli incontri da remoto.
L’équipe dell’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Pamela Pace – Psicoanalista, Psicoterapeuta, Presidente Associazione Pollicino
Marta Bottiani – Psicoterapeuta, Psicologa, Vicepresidente Associazione Pollicino
Sofia Gallarati – Psicologa, Responsabile di sede Associazione Pollicino
Valentina Valaguzza – Psicoterapeuta, Psicologa, Membro équipe Associazione Pollicino
Pietro Verdelli – Psicologo, Membro équipe Associazione Pollicino
Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Centro per la prevenzione e la clinica dei disordini del comportamento alimentare in età pediatrica
Via Amedeo d’Aosta 6 – 20129 Milano – Telefono 02.20.40.47.62 – C.F. 97445230150
Numero verde: 800.644.622 – www.pollicinoonlus.it – info@pollicinoonlus.it
Bibliografia
Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, I dati dell’Osservatorio Nazionale Pollicino – disordini alimentari in età evolutiva e pandemia.
Freud S., Frammento di un’analisi d’isteria (1901), in Casi clinici 3. Dora, Bollati Boringhieri, Torino 2006, p. 78.
IPSOS, AXA Mind Health Report 2023.
Istituto Superiore di Sanità, Comunicato Stampa N°20/2022.
Istituto Superiore di Sanità, Comunicato Stampa N°8/2023.
Miller J.-A., Un debutto nella vita. Da Sartre a Lacan (2002), Edizioni Borla, Roma 2010.
Ministero della Salute, Rapporto annuale sulla salute mentale 2021.
Pace P., Che ansia! Riflessioni per mamme e papà che faticano a “lasciare andare”, Edizioni San Paolo, Milano 2020, p. 9.
Società Italiana di Pediatria, Pronto Soccorsi, il boom di accessi per disturbi neuropsichiatrici, in Pediatria, numero 9, settembre 2021.
Stoppa F., La prima curva dopo il paradiso, Edizioni Borla, Roma 2007.
Winnicott D.W., Gioco e realtà (1971), Armando Editore, Roma 2006.