“Il momento del pasto ha un’importante valore affettivo e relazionale per l’intera famiglia, sia per i bambini sia per i genitori: per questo la tavola può facilmente divenire il luogo in cui i bambini possono manifestare un malessere, una fatica, un possibile disagio interiore. L’atto nutritivo può diventare molto presto “teatro” di un comportamento oppositivo, di una protesta: vi sono bambini che, ad esempio, rifiutano di stare seduti al loro posto a tavola, che non si adattano all’uso corretto delle posate o manifestano improvvise predilezioni per un certo tipo di cibi a discapito di quelli loro proposti. Accade che i bambini utilizzino il cibo (rifiutandolo o divorandolo) anziché la parola per esprimere le proprie emozioni, i propri dubbi, una transitoria impossibilità a fare o capire, una difficoltà nell’affrontare un certo momento della crescita…”

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